La Rocca di Forlimpopoli

La Rocca di Forlimpopoli

La Rocca: dal fortilizio Salvaterra ai giorni nostri.

A Forlimpopoli è impossibile sottrarsi al fascino della imponente Rocca di origini Trecentesche, cuore pulsante della vita cittadina, teatro dei principali eventi, punto di incontro e di partenza per ogni itinerario culturale, artistico ed enogastronomico alla scoperta della città artusiana.

Con la sua mole massiccia, la Rocca domina il centro storico esibendo le mura possenti che culminano nei caratteristici bastioni, i suggestivi torrioni e il fossato con l’immancabile ponte levatoio. Simbolo e icona di Forlimpopoli, la Rocca costituisce oggi uno dei complessi più belli e meglio conservati di tutta la Romagna.

Testimone dello scorrere del tempo, la Rocca attraversa le diverse epoche storiche adattandosi alle molteplici funzioni ad essa di volta in volta attribuite, a partire dal ruolo militare con il Rocca di Forlimpopoliquale viene eretta tra il 1361 e il 1363 per volontà del cardinale Egidio d’Albornoz. Posto a baluardo della via Emilia e denominato Salvaterra, il fortilizio viene edificato sulle rovine della cattedrale romanica, fatta demolire dallo stesso cardinal legato/legato pontificio nel corso delle rappresaglie che porteranno alla totale distruzione della città ribelle.

La Rocca rappresenta nei suoi oltre sei Secoli di storia una presenza costante e concreta nella vita cittadina, accogliendo su di sé i cambiamenti politici ed economici della comunità forlimpopolese. Numerose sono le trasformazioni attuate negli ultimi decenni del Quindicesimo secolo, sotto la signoria dapprima degli Ordelaffi, signori di Forlì, quindi di Gerolamo Riario e di Caterina Sforza, che conferiscono alla struttura la mole e l’aspetto attuali: la struttura originaria lascia il posto all’ampio quadrilatero delimitato da quattro torri d’angolo a sezione circolare, le mura vengono rinforzate e le torri abbassate, i camminamenti di ronda vengono coperti per garantire la protezione dal fuoco delle artiglierie e dei cannoni.

La Rocca intreccia nel tempo la sua storia con le vicende non soltanto politiche ma anche umane e romanzesche dei Signori che la abitano. Avviene per la sfortunata Barbara Manfredi, moglie di Pino III Ordelaffi, che giunta a Forlimpopoli con la famiglia per sfuggire a una epidemia, trova qui la morte che pone fine alla sua breve esistenza.

Ritornata la città, nel 1505, sotto il dominio diretto del Pontefice Giulio II della Rovere, la Rocca viene concessa dapprima ai nobili Rangoni, modenesi, quindi agli Zampeschi che la trasformano in una dimora ‘principesca’. Privata definitivamente della sua funzione militare, passa infine ai fiorentini Capponi.

All’inizio del Diciassettesimo secolo prende avvio il lento declino della struttura. Con l’arrivo dei Francesi in Romagna nel 1797, il complesso viene requisito e ceduto alla nuova municipalità forlimpopolese che vi trasferirà, ma solo per alcuni decenni, la propria sede.

Dalla fine del Settecento ad oggi numerose sono le modifiche apportate alla Rocca, quale riflesso dei cambiamenti del tessuto urbano: dalla demolizione del maschio, al parziale riempimento dei fossati, fino all’apertura lungo il fronte occidentale delle quattro grandi arcate che mettono in comunicazione la corte interna con la bella piazza intitolata a Giuseppe Garibaldi.

Nonostante il mutare dei tempi, la Rocca non sveste mai i panni di custode e protettore della comunità; solida e accogliente, assolve al suo ruolo anche in epoche più recenti, come avviene fra gli anni ’50 e ’60 del Novecento quando offre alloggio nei piani superiori alle famiglie indigenti della città.

Tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del secolo scorso, la Rocca è oggetto di importanti lavori di recupero e di restauro, che favoriscono rinvenimenti archeologici di grande interesse. In particolare vengono riportati alla luce i resti delle absidi dell’antica cattedrale romanica, di cui gli scavi consentono di ricostruire la pianta originaria. I reperti rinvenuti sono conservati insieme alle tante altre testimonianze storiche nelle sale del Museo Archeologico di Forlimpopoli (MAF), situato al piano terra della Rocca e oggetto di recenti lavori di riqualificazione e riallestimento.

Oggi la Rocca è sede del Comune di Forlimpopoli, del Museo Archeologico, del Centro Culturale Polivalente e del Teatro “Giuseppe Verdi” ove ebbe luogo la celeberrima incursione di Stefano Pelloni, il Passatore, e della sua banda nella notte del 25 gennaio 1851. Degna di nota è la piccola cappella palatina, conservata all’interno della sala del Consiglio comunale e decorata con affreschi seicenteschi attribuiti al pittore ravennate Francesco Longhi (1544 – 1618).

Durante la rinomata Festa Artusiana i camminamenti della Rocca di Forlimpopoli fanno da cornice a esposizioni temporanee, offrendo scorci sulle affollate vie del centro storico.

La corte interna della Rocca accoglie durante l’anno rassegne musicali e spettacoli che accompagnano e scandiscono il ricco calendario eventi della cittadina artusiana.

SB