Parco Fluviale, un angolo di natura custode di specie rare e biodiversità
Specchi d’acqua, vegetazione a tunnel sul fiume, stagni ricchi di anfibi e trampolieri fanno di quest’area un vero e proprio scrigno ricco di biodiversità, riconosciuto a livello europeo dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Meandri del Fiume Ronco”.
Esteso su una superficie di 230 ha, Il Parco Fluviale accompagna il lento fluire del fiume Ronco nella pianura padana lungo il tratto che attraversa le frazioni di Magliano e Selbagnone; una cornice ideale per attività sportive, ricreative, uscite didattiche ed escursioni nel verde e un prezioso angolo naturale ricco di specie rare e, quindi, laboratorio per studi tassonomici ed ecologici. E’ un piccolo gioiello incastonato in mezzo ad una pianura estremamente monotona e molto antropizzata, da proteggere con cura per il grande numero di specie rare che in esso hanno trovato rifugio.
Nel SIC (sito di interesse comunitario) “Meandri del fiume Ronco”, area protetta che costituisce il cuore del Parco, è preponderante l’habitat di specie igrofile quali, pioppo nero, pioppo bianco e salice. Non vanno, però, dimenticate le praterie aride, dove si possono osservare splendide fioriture d’orchidee, in particolare del gen. Ophrys.
Altra caratteristica della zona è la presenza di bacini, originati dalla attività dell’uomo. Dal dopoguerra, si sono infatti insediate nella zona tra Meldola e Selbagnone diverse attività estrattive, che, con il loro lavoro, hanno generato una serie di laghi di diversa profondità, successivamente riempiti dalle acque di falda. Questi invasi sono il cuore pulsante del SIC, perché i molteplici habitat protetti, che sono in essi presenti, sono importantissimi per la riproduzione e la sopravvivenza dell’avifauna e degli anfibi.
Numerose le specie protette di pesci, come Lasca, Vairone e Barbo o di anfibi, come i Tritoni. Fra i rettili, va ricordata l’ormai rara testuggine palustre che qui trova gli ultimi luoghi di riproduzione.
Oltre 80 le specie nidificanti di uccelli; anche superiori quelle che frequentano, senza riprodursi, le aree umide del complesso. Fra le tante, citiamo il Martin Pescatore, il Tarabusino e il Marangone Minore. Numerosa la presenza di mammiferi, dall’elusiva Puzzola, al comune Capriolo, passando per Istrici e Tassi.
Da ricordare, infine, che l’area possiede anche un forte carattere archeologico e storico. Il Parco Fluviale infatti ospita al suo interno il canale Doria e i relativi mulini, Villa Paulucci – Merlini e l’annesso parco di alberi secolari, l’Acquedotto Spinadello, e il ponte romano.
Il Canale Doria. Lungo questo fiume sono sempre stati presenti mulini: quello di Selbagnone ha lavorato dal 150 D.C. al 1957. Era alimentato da un canale che proveniva da Meldola e serviva prima il Molinaccio e la Gualchiera. Questo antico canale modificò il suo corso a seguito della variazione dell’alveo del fiume Ronco. La sua ricchezza era dimostrata dalla “visenda”, cioè dalla capacità di non fare attendere i contadini per la macinatura, data la presenza di scorte di farina già macinata. Questo antico canale fu sostituito dal canale Doria, che si originava in prossimità del ponte dei Veneziani a Meldola. Attualmente il suo corso, vero reperto di archeologia industriale, risulta mancante della parte terminale, in quanto durante il passaggio degli Alleati venne danneggiato il ponte sopraelevato che attraversava il fiume stesso.
PC
L’area dei Meandri è facilmente raggiungibile sia da Forlì che da Forlimpopoli. Per il momento non esiste segnaletica. L’associazione I Meandri organizza passeggiate e pedalate più volte all’anno, anche su prenotazione.
Per info: Associazione I Meandri Tel. 0543 092616 – Cellulare 333 8245249