SCURO VS CHIARO
Fragilità e Affidamento nella Divina Commedia
Dall’oscurità della Selva alla “chiarezza” del Paradiso
mostra d’arte presso la Galleria “A Casa di Paola”
in via Andrea Costa n.22
esposizione di opere ispirate alla Commedia Dantesca
degli artisti Maurizio Rinaldi e Teresio Troll
Come la caduta nell’abisso infernale è stata rapidissima e la risalita purgatoriale lenta e faticosa, il volo attraverso il Paradiso ha la velocità della luce!
La divina Commedia di Dante Alighieri (1265-1321), dunque, si fonda sul binomio fragilità umana-affidamento, inseriti in un piano di salvezza che fa nascere in ogni lettore la certezza di essere destinato alla gloria e provocando in lui un incessante inno all’amore di Dio verso le creature e, a loro volta, delle creature verso il Creatore.
Ne scaturisce uno straordinario fil rouge, un denominatore comune: Quando sono debole, è allora che sono forte !
Certamente la cronaca del viaggio infernale di Dante via-ndante (= Dante che va per via!), dopo aver abbandonato il primo sentiero grazie all’intervento di Virgilio, pur nella mitopoiesi del semplice avvenimento, è un catalogo del malessere che colpisce il corpo e la mente quando è sottoposto a tensioni che ne rompono l’equilibrio: depressione e sensi di colpa (parentale, filiale), pianto, libido sensualis (Cupiditas habendi), paura (Metus admittendi), debolezza della vista, arsura e mal di testa, gotta, urlo disperato, freddo e caldo eccessivi, fame che conduce alla morte e digiuno, astinenza: fin dall’inizio, Dante ci fa capire che il suo non è uno stordimento o una vertigine, ma piuttosto la perfetta coscienza di essersi smarrito nello SCURO della selva.
Parallelamente, però, nell’assistere alla scalata della montagna purgatoriale ed al rapidissimo volo attraverso i cieli paradisiaci, troviamo descritti i rimedi, le cure a quelle patologie, fino a riconquistare nella CLARITA’ della luce un completo stato di sanità e di santità.
Dunque, il viaggio di Dante (durato settimana santa di Pasqua ed a completo digiuno) scaturisce da una tassonomia di straordinarie situazioni, che si susseguono come un doppio corteo di dolore e gioia insieme: progettazione- preparazione di una dotazione minima di bagaglio (bisaccia per il cibo e borsa per il denaro) -abbigliamento (tunica da penitente)-partenza-riposo-raggiungimento della meta-ripresa della strada del ritorno, secondo le tappe di una progressiva emancipazione:
a) Viaggio del cuore morto, fatto di delusione e rimpianto, rielaborazione del lutto (peccato) ed ansia di futuro declinata al passato.
b) Viaggio del cuore ardente, nel corso del quale il pellegrino si chiede se tanta sofferenza sia necessaria.
c) Viaggio del cuore riconoscente, durante il quale avviene il riconoscimento della colpa incentrato su riconoscenza, supplica e gratitudine verso il Salvatore.
d) Viaggio del cuore risorto, che avviene nella consapevolezza della resurrezione del corpo.
Allora, ecco che l’Alighieri, sprofondato e stritolato nelle viscere della terra girone per girone, fra sofferenze sovrumane e diavolacci che gli fanno tremar le vene e i polsi, è vittima di quell’inghiottimento dell’eroe che troviamo nei più diversi campi della creazione letteraria, dal mito alla fiaba, al genere romanzesco, da Osiride a Teseo, da Ulisse ad Orfeo, da Enea a S.Paolo a Cristo
Alla fine, però, abbagliato ed inebriato dal fulgore della Candida Rosa, ci accorgiamo che Dante ha mantenuto la promessa iniziale: la Commedia corrisponde al titanico tentativo di riportare gli esseri umani dallo stato di miseria alla felicità (Epistola a Cangrande della Scala)
Angelo Chiaretti
Presidente del Centro Studi Danteschi San Gregorio in Conca
Commendatore della Repubblica Italiana per meriti culturali