Stagione teatrale 2024/2025: tutti gli appuntamenti!
Giovedì 24 ottobre 2024 ore 21
Prosa
NOVECENTO di Alessandro Baricco
con Manuele Morgese
Regia Manuele Morgese
Teatro Zeta
Considerato un classico del teatro italiano, Novecento di Alessandro Baricco ha visto in trent’anni di teatro (il testo è del 1994) diverse e prestigiose interpretazioni sceniche. In questa trasposizione il monologo si traduce in un viaggio musicale e teatrale raffinato e sperimentale di jazz recitato e di recitazione jazzata. Una traduzione libera, dinamica e creativa come solo il jazz sa e può fare con le note. Un viaggio alla ricerca di nuovi linguaggi e di nuovi stimoli che scivola sull’Oceano dei virtuosismi e delle magiche note (non di un pianoforte come da testo ma) della prestigiosa tromba di Fabrizio Bosso e della sua band; musica dal vivo, miscelata alla forza magistrale e onirica del racconto del “pianista sull’oceano”. Un viaggio istoriato, che trasforma la parola in immagini suggestive, disegnate dall’artista Cosbru e proiettate dal vivo sulla scena e che la funambolica interpretazione recitativa di Manuele Morgese restituisce con coinvolgente coerenza. Novecento è un testo nato per un attore, per un regista e per il teatro e trova sul palcoscenico tutta la forza e la poetica della scrittura di Baricco. Una narrazione scenica che porta il marchio del TEATROZETA dell’Aquila nota compagnia teatrale per operazioni artistiche sperimentali e di carattere multidisciplinare. Ispirato al film di Tornatore “La leggenda del pianista sull’Oceano”, questo nuovo allestimento di Novecento, in un impasto scenico di arti visive, musica, recitazione, e giochi di regia dona al testo di Baricco nuove forme e colori e al pubblico, si spera, nuove emozioni.
Mercoledì 27 novembe 2024 ore 21
Prosa
NON FUI GENTILE, FUI GENTILESCHI. LA VITA DI ARTEMISIA GENTILESCHI
con Manuele Morgese
Regia Roberto D’Alessandro
Good Mood di Nicola Canonico
Debora Caprioglio vestirà i panni di Artemisia Gentileschi in un nuovo emozionante, intenso assolo. Siamo nello studio di pittura di Artemisia, e lei è intenta a fare quello che di più ha amato fare nella vita, dipingere. Ci parla e ci racconta di sé, della sua vita a partire dall’infanzia. La perdita della madre, la vita di una bambina in una Roma del seicento. Artemisia capisce da subito quanto è difficile vivere in un mondo di uomini. Eppure in un mondo di uomini il padre, Orazio Gentileschi, la avvia subito ad un mestiere in cui le donne non erano nemmeno contemplate, la pittura. Lei si distingue rispetto ai fratelli ed ha una passione che la tiene ore ed ore a disegnare un viso fino a quando non ne coglie la somiglianza. Grazie al padre conosce i più grandi pittori, addirittura Caravaggio. Ed il padre la affida ad un suo amico perché impari e migliori nell’arte della pittura, Agostino Tassi. Ma il Tassi un giorno abusa di lei. Questo trauma e il processo che ne è derivato, voluto dal padre, segnano tanto profondamente la vita artistica di Artemisia. Tutto quello che ne consegue e tutto quello che lei ha compiuto per affrancarsi e affermarsi in un mondo dominato ferocemente da uomini, la rendono una figura di riferimento per la lotta dei diritti delle donne. La pittura di Artemisia è potentemente drammatica, lo stile è quello caravaggesco, con forti chiaroscuri, con il raggio di luce rivelatore, che nel caso della Gentileschi non rappresenta la grazia di Dio, ma la giustizia divina, che si abbatte su Oloferne per mano di Giuditta o che condanna i vecchioni pronti ad importunare la povera Susanna. Lei con passione ci racconta tutto, ci mostra le sue tele, ce ne spiega la ragione, le circostanze da cui sono nate. Ci racconta i suoi trionfi, le sue sconfitte e sempre e sempre la lotta contro un sistema che la vorrebbe a casa ai fornelli, ad accudire la figlia. Ma lei è la Pittura, come ci dice nell’allegoria che fa di un suo autoritratto, non può fare altro che dipingere. Ci racconterà tutto, scenderà nell’abisso della violenza subita, salirà nel paradiso dell’Arte. E noi assistiamo alla meraviglia di una grandissima pittrice che risplende della sua vittoria su un mondo governato da uomini.
Mercoledì 18 dicembre 2024 ore 21
Prosa
LA STANZA DI AGNESE
con Sara Bevilacqua
Meridiani Perduti Teatro
Sono passati trent’anni dalla strage di Via D’Amelio. Una ferita ancora aperta nel cuore dell’Italia. Tante le indagini, i processi i depistaggi e le sentenze per una verità, forse, troppo dura da accettare. La nuova produzione Meridiani Perduti Teatro, nata dalla sinergia con la Scuola Antonino Caponnetto e vincitrice del progetto TRAC – Sezione Nuova Drammaturgia è dedicata al giudice Paolo Borsellino, nel trentennale della sua tragica scomparsa. 2010. Agnese Piraino Leto in Borsellino, segnata da una terribile malattia, riceve una telefonata da parte dell’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga: “Via D’Amelio è stata da colpo di stato”. Poche parole che inevitabilmente fanno riemergere i ricordi di una vita, sin da quando, figlia del presidente del Tribunale di Palermo e immersa negli usi e costumi dell’alta borghesia palermitana, incontra per la prima volta Paolo, giovane pretore a Mazara del Vallo. Da questo momento parte la narrazione della sua crescita accanto al marito e della scoperta di una Palermo diversa, meno luccicante di quella a cui era abituata, ma forse più bella, anche se disgraziata, passando attraverso i primi anni di matrimonio e la nascita dei figli. Fino a narrare i momenti più bui, compresa la morte di amici e colleghi di Paolo; i rapporti con la scorta che diventa parte della famiglia; la difficoltà di accettare la situazione da parte dei figli. Ma anche l’altro lato di Paolo, quello giocoso e sempre pronto allo scherzo, al “babbìo”. Il lavoro nel pool antimafia accanto a Giovanni Falcone fino alla terribile morte di quest’ultimo. Infine il tradimento da parte di chi avrebbe dovuto combattere al suo fianco. Tutto questo è “La Stanza di Agnese”. Più che un monologo, un dialogo incessante tra lei e Paolo, che continua tra le pieghe dei ricordi, con toni di tenerezza quando si tratta dei propri figli e di indignazione nei confronti dei traditori dello Stato.
Mercoledì 8 gennaio 2025 ore 21
Prosa
COME BACK TO THE FIVE AND DIME, JIMMY DEAN, JIMMY DEAN!
Teatro delle Forchette
Di Ed Graczyk
Regia da Antonio Sotgia
1955: terminate le riprese de “Il Gigante”, James Dean rimane ucciso con la sua Porsche Spyder, in un tremendo schianto sulle strade di Salinas. La sua scomparsa scatenò una sorta di isterismo collettivo. Un mito come pochi nel cinema. I giovani lo amavano e lo imitavano: un vero eroe da emulare.
Dopo vent’anni, un gruppo di donne si rincontrano per celebrare il suo culto. Ma vivere nel passato può essere pericoloso: ognuna di loro ha permesso che l’inganno prendesse il controllo della sua vita, ognuna di loro è una rappresentazione struggente, dolorosa, commovente di innocenza persa. La piece teatrale di Ed Graczykc è tutta chiusa in un unico ambiente: un polveroso, angusto, modesto emporio in pieno deserto texano. Ma in questo spazio così ristretto vi è tutto un mondo con le speranze deluse, con le frustrazioni, con le ipocrisie, con i tradimenti, con le generosità di ognuno di noi. E noi partecipiamo, coinvolti al massimo, a questo incontro che ben presto si rivela un gioco al massacro, un bilancio senza remore di sei vite che assolutamente non sentiamo estranee ma in cui tutti, più o meno, ci ritroviamo. Tante storie apparentemente diverse, ma senza intrecci secondari: le rivelazioni di ciascuna donna ha effetti, ripercussioni sulle altre. Analisi impietosa dell’artefatto “sogno americano”, il film mostra la vera faccia dell’America, fatta anche di solitudine, disperazione, violenza… Vent’anni dopo le donne troveranno inutile incontrarsi di nuovo: tutto è stato già detto. Le illusioni sono morte.
Venerdì 24 gennaio 2025 ore 21
Prosa
I VICINI SCOMODI
Dall’omonimo romanzo di Roberto Matatia
Teatro delle Forchette
Regia Giuseppe Verrelli
Progetto speciale per il giorno della Memoria
Nissim Matatia è un giovane, intraprendente ebreo greco nativo di Corfù. Ai primi del Novecento lascia il suo Paese alla volta dell’Italia. Si stabilisce a Forlì dove apre una pellicceria che, in pochi anni, diviene un negozio apprezzato e ben frequentato. Nissim è sposato con Matilde Hakim, correligionaria originaria di Smirne; dal matrimonio sono nati tre figli: Beniamino, detto Nino, Camelia e Roberto. La famiglia trascorre estati pensierate a Riccione, dove Nissim ha acquistato, nel 1930, una graziosa villetta in mattoni rossi, in fondo a Viale Ceccarini, con un bel giardino che giunge quasi fino alla spiaggia. Tutto sembra andare per il meglio: l’attività prospera, diversi gerarchi fascisti sono legati ai Matatia da rapporti commerciali e di consuetudine, le loro mogli frequentano il negozio, il giro delle amicizie è costituito da persone importanti. Nel frattempo la casa posta proprio di fronte all’abitazione dei Matatia, già chiamata Villa Margherita, diviene di proprietà nientemeno che di Benito Mussolini. Nel frattempo il legame tra Mussolini e Hitler si è fatto sempre più stretto. E’ un dato incontrovertibile che, ormai da diverso tempo, la propaganda antisemita è divenuta ogni giorno più assillante, al fine di preparare la pubblica opinione alla normativa che sarebbe stata emanata di lì a poco. Obiettivo raggiunto con successo, poiché non si notano ribellioni di sorta a tale vergognosa campagna. Nissim non intende vendere la sua casa riccionese, né tanto meno vuol prendere in considerazione la possibilità di lasciare quello che è ormai il suo Paese -anche se ancora non ne ha ottenuto la cittadinanza-, come invece ormai meditano sul serio di fare i suoi fratelli. Dolore, paura, scoraggiamento… La speranza che “le cose si sistemeranno” tramonta definitivamente con l’emanazione delle famigerate leggi del settembre 1938 con annessa miriade di disposizioni, circolari, normative diverse. La tragica odissea della famiglia, tra terrore, dolori e umiliazioni indicibili (come la forzata vendita della casa al mare per un prezzo vile), speranze, il rientro clandestino di Nissim che non sa, non può, star lontano dai suoi, nascondigli e immancabili tradimenti. L’arresto, in momenti diversi, dell’intera famiglia, la deportazione verso il luogo maledetto, Auschwitz.
Venerdì 7 febbraio 2025 ore 21
Prosa
LO STRONZO
Andrea Lupo
Teatro delle Temperie
Vincitore del Premio To-Fringe Festival 2018 – semifinalista al Premio In Box blu 2018
“Un’enorme porta chiusa a simboleggiare tutte le porte, mentali, sociali, culturali o reali che separano talvolta maschile e femminile, troppo spesso generando violenza. Ma anche la porta che separa molti uomini dalla comprensione del proprio “maschile”. Un’interpretazione intensa e un ritmo che toglie il fiato e lascia ogni uomo in sala a domandarsi “Quanto c’è di Luca in me?” e ogni donna a chiedersi “Quanti Luca ho incontrato nella vita?”
E’ la sera del decimo anniversario di matrimonio di Luca e Lilli, la coppia è pronta per andare a festeggiare… una parola sbagliata… una reazione violenta… lei sbatte la porta e scappa… a nulla servono le imprecazioni prima e le preghiere poi, per farle aprire quella maledetta porta e farla tornare. Luca non capisce, non si rende conto di quanta violenza metta quotidianamente da sempre nel suo rapporto con Lilli. Luca davanti a quella porta chiusa prova a capire, cerca una chiave che possa riaprire la sua relazione.
Venerdì 21 febbraio 2025 ore 21
Prosa
ZITTI TUTTI
con Denis Campitelli
Teatro Due Mondi
Di Raffaello Baldini
Regia Alberto Grilli
ZITTI TUTTI è un testo teatrale in dialetto romagnolo scritto nel 1993 da Raffaello Baldini, poeta di Santarcangelo di Romagna. Sulla scena pochi elementi: una poltrona, un tavolino, una lampada, un armadio e “Lui”. Un uomo comune, vinto dal tormento e dalla nevrosi, che passa in rassegna la sua vita attraverso una cascata di parole implacabili e comiche, dolci e dolenti. Racconta di sé, del suo paese, della sua gente, dei suoi figli, di sua moglie, dei tradimenti, del suo essere un piccolo benestante profondamente, tragicamente, poeticamente normale. Quest’uomo vive finché parla. E quando il flusso s’inceppa, la mente e il cuore scoppiano di solitudine e le parole si strozzano in gola. Non gli rimane che reagire urlando disperatamente “Zitti tutti!”.
Mercoledì 12 marzo 2025 ore 21
Comico
CHI CE L’HA FATTO FARE?
Davide Dal Fiume e Marco Dondarini
L’esperienza maturata durante le innumerevoli repliche dello spettacolo d’esordio “Insieme per sbaglio” ha portato la collaborazione artistica di Davide e Marco a un nuovo livello con questo ultimo spettacolo. “Chi ce l’ha fatto fare?” Questa la domanda a cui i due comici cercheranno di dare risposta mentre si trovano immersi in una serie di nuove gag di situazione che, ancora una volta, scombinano ruoli e linguaggi in un’esilarante escalation comica tutta da ridere. Questo spettacolo è il nuovo capitolo di un sodalizio artistico che giunge al proficuo passando per l’improbabile, il punto di arrivo di percorsi comici e umani differenti che però trovano un inaspettato e divertente equilibrio. Le atmosfere dello spettacolo d’esordio trovano nuova armonia, mentre in scena prende forma l’approdo di un viaggio che in questi anni ha cambiato entrambi.
Venerdì 4 aprile 2025 ore 21
Recital
BUSCAGLIONE. A QUALCUNO PIACE FRED
con Denio Derni e Fabrizio Sirotti
La modernità, l’eclettismo, la graffiante poetica di Fred Buscaglione rivive in questo spettacolo musicale e teatrale. Un personaggio-mito intramontabile, uno dei più popolari swingman italiani degli anni 1950. Con le canzoni e il racconto della sua vita si narra un’epoca, fra fascismo e venti di guerra e immediato dopoguerra, e un popolo, quello italiano, alle prese con la ricostruzione, dopo il disastro del conflitto mondiale e ormai in odore di boom economico. Oltre il mito americano, fra suggestione e distacco, fascino e ironia.
Mercoledì 16 aprile 2025 ore 21
Comico
IN TUTTI I SENSI
con Maria Pia Timo
Il nuovo monologo comico di Maria Pia Timo si perde tra spunti medico-scientifici e pratico-organolettici alla ricerca di tutti i sensi. Tatto, gusto, olfatto, vista e udito, fin da bambini, ci portano ad una scoperta del mondo che è tutta nostra, sempre soggettiva. Ogni senso si può affinare con l’esercizio, ma si può pure perdere con l’età. Il senso di libertà è il sesto senso?
Ci sono odori che regalano ricordi, sguardi che smuovono pulsioni, musiche che fanno piangere, piatti che raccontano interi viaggi, carezze che fanno ridere.
Si possono perdere i sensi e riprendere i sensi. Si può nutrire con gusto reciproco il piacere dei sensi, ma pure minacciare il comune senso del pudore. Lo spettacolo coinvolge il pubblico alla ricerca di risposte. Il viola che vedo io è lo stesso che vedi tu? Curiosità, certezze e assurdità che vi guideranno in un percorso dominato totalmente dal senso dell’umorismo.
TEATRO IN FAMIGLIA
Sabato 4 gennaio 2024 ore 16
La bottega teatrale
IL RE E IL BRUCO CHE MANGIAVA L’ERBA
Sabato 1 febbraio 2025 ore 16
Pantarei
IL PRIMO BAMBINO SU MARTE
Sabato 5 aprile 2025 ore 16
Teatro due mondi
LE NUOVE AVVENTURE DEI MUSICANTI DI BREMA
ALTRO
Mercoledì 1 gennaio ore 17
Cinema e musica
EVENTO SPECIALE INGRESSO UNICO 3 EURO
MUSICA AL BUIO
Proiezione film muto con commento musicale dal vivo
FILIPPO PANTIERI
Luglio 2025
Arena Verdi
Rassegna dialettale
Info e prenotazioni: